Un certo tipo di clientela è molto sensibile al lusso alimentare, al gourmet, che è un trend di consumo
certificato da tante ricerche di mercato, che ci raccontano come, anno dopo anno, la spesa alimentare cresca insiema alla preferenza per i prodotti alimentari “premium” (di marca, di qualità superiore e dal prezzo elevato).
Questa sensibilità al lusso nel cibo da un lato è legata alla ricerca di una bontà e benessere alimentare, dall’altro al fatto che gli italiani sono il popolo europeo che più invita a cena e condivide il cibo con altri, per cui per noi il cibo e le bevande che offriamo sono uno strumento identitario, ci rappresentano con le altre persone, ci fanno fare una bella figura e ci fanno risaltare come esperti di cose buone.
Il cibo di lusso è una lente di ingrandimento per l’identità.
Scegliere cibi elitari ci fa sentire meglio, più importanti, più esperti, più ricchi, ci dà delle emozioni che stanno nella sfera dell’autostima, ci fa percepire migliori dalle altre persone.
Il cibo ci nobilita, per cui a molti piace permettersi scelte “nobili”, prestigiose, selezionate, di lusso.
Questo è evidente nel settore del vino, ma anche negli altri settori della spesa alimentare, dove oggi si cercano ad esempio formaggi affinati e prodotti in serie limitata, in zone geografiche dalle specifiche tradizioni, formaggi a pasta dura stagionati a lungo, mostarde preparate secondo ricette antiche, marmellate e confetture di piccole produzioni con frutta rara e preziosa raccolta nel miglior periodo di maturazione, salumi prodotti da razze suine locali, come i prosciutti dei suini neri dei Nebrodi allevati liberi nei boschi, prodotti DOP, DOC, DOCG e così via.